Vendite in calo, ancora una volta, e anche
come superficie di venduto. Tengono invece i prezzi, a dimostrazione di
una particolarità tutta italiana del mercato immobiliare e
dell'andamento della crisi del settore: è proprio la polverizzazione
della proprietà a impedire ai proprietari quei ragionamenti economici
che portano in breve tempo ai crolli dei prezzi. Il piccolo
proprietario, anche a costo di enormi sacrifici, non svende e non
affitta a prezzi troppo bassi, attegiamento che una grande immobiliare
non può permettersi.
Stando ai dati
diffusi dall'Osservatotrio immobiliare dell'agenzia del Territorio,
diffusi oggi, si assiste a una una riduzione dei volumi di compravendita
delle abitazioni: nel 2011 sono state 603.176, il 2,3% in meno rispetto
al 2010. Nei capoluoghi di provincia il calo si è sentito di meno
(0,6%), mentre negli altri Comuni almedia ha registrato un -3,1 per
cento. In parallelo, la diminuzione della metratura abitativa ceduta è
scesa a 62 milioni di metri quadrati, 1,5% in meno rispetto al 2010. La
sorpresa, ma neanche tanto, considerando l'andamento degli anni
precedenti, viene dai prezzi: la quotazione media risulta pari a 1.584
€/mq, addirittura in leggero aumento rispetto al 2010, + 0,7 per cento, e
abbastanza omogena tra capoluoghi e centri minori. Un capitolo a parte
merita l'andamento del mercato nelle otto principali città italiane
(Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze): qui
c'è, in piena controtendenza, un incremento delle compravendite del 2,4%
rispetto al 2010 e il volume degli scambi ammonta a circa 25,2 miliardi
di euro, con un aumento del 3,2% rispetto al 2010.
Un quadro, quindi, a tinte meno fosche delle
previsioni, anche se per il Censis la débacle dovrebbe avvenire nel
2012, causata dal cortocircuito tra Imu e crisi della liquidità che
potrebbe incrementare l'offerta in maniera tale da far scendere i prezzi
anche del 20 per cento.
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