Il vero valore aggiunto di questa classifica, però, non è nel podio, ma va ricercato nelle pieghe delle sottoclassfiche per regioni medio-piccole e per macroaree europee. Per scoprire che a volte, i Paesi emergenti, ce li abbiamo nel giardino di casa. Sono province e città che hanno saputo uscire dalle secche della crisi prima di altre, e che ora vantano tassi di crescita degni di un Bric della prima ora. Luoghi vicini, luoghi sicuri: un vantaggio non da poco, in anni di primavere arabe, secessioni ucraine e rivolte sudamericane. Luoghi dove bisogna prendere in considerazione di investire, o quanto meno di esportare.
L'altra destinazione emergente è la Spagna, che da economia a rischio default è rapidamente tornata a crescere, sulle ali di una flessibilità spinta. Certo, il caso spagnolo è più noto. L'abilità degli autori del report, però, è stata quella di aver individuato esattamente quali sono le città epicentro del miracolo: Barcellona innanzi tutto, ma anche Bilbao, Valencia, Madrid, Murcia, Siviglia e Malaga, tutte nella Top ten 2014 delle città più promettenti del Sud Europa (per inciso, nella lista non c'è nessuna italiana).
Guardando alle regioni più piccole, cioè a quelle con meno di 1,5 milioni di abitanti, la corona di regina va all'area attorno a Copenaghen, ma è il Regno Unito a fare la parte del leone, aggiudicandosi sei posizioni nella top ten: da Bristol al Dorset, passando per l'Oxfordshire e il Norfolk. Sul fronte dell'effervescenza nelle infrastrutture, invece, le opportunità migliori sono in Olanda, un Paese che sta investendo in maniera cospicua tanto sulle reti dei trasporti quanto in quelle delle comunicazioni. A sorpresa poi la città di Eindhoven, che è entrata per la prima volta quest'anno nella top 25 delle città più promettenti, è subito balzata al terzo posto della classifica. Merito dell'importanza riservata al comparto It: dagli incubatori di start up alla creazione dei poli di ricerca universitaria attorno all'Hi-Tech Campus e all'University of Technology Science Park.
La Francia, a parte la regione di Parigi, non sembra meritarsi i riflettori. Al contrario, l'area francofona più vitale appare quella belga della Vallonia, tra le meglio piazzate nella classifica delle regioni europee di medie dimensioni. Buona anche la performance della Polonia, dove a meritare i riflettori sono la Malopolska e l'area della Silesia.
Se invece non di crescita, ma di convenienza (quindi di costi) si parla, continua a non esserci regione della Vecchia Europa in grado di competere con l'Est. Con una differenza, però, rispetto al passato: che Paesi come la Romania o la Slovacchia non sono più le mete ideali. Al primo posto, ora, c'è la Macedonia, e in particolare la - pressoché sconosciuta ai più - regione di Ohrid-Struga. Mentre la Serbia, nella classifica delle aree a maggiore convenienza, piazza ben tre delle sue regioni.
Fonte "Il sole 24 ore"
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